Una splendida giornata di sole ha accompagnato la manifestazione organizzata dalla sezione “Polli e Daccò” dell’ANPI di Sant’angelo Lodigiano per festeggiare il 25 aprile nell’ottantesimo dalla Liberazione. Il corteo, partito dalla sede del Comune e ravvivato dalla presenza di un folto gruppo di giovanissimi studenti, ha percorso le vie cittadine fermandosi più volte lungo il percorso per rendere omaggio alla memoria delle vittime della violenza nazifascista. La manifestazione si è conclusa al parco di via Polli e Daccò dove, dopo gli interventi del vicesindaco e assessore all’Istruzione Eleonora Boneschi e di Ugo Speziani, presidente della locale sezione ANPI, si è tenuta la Messa celebrata dal parroco, mons. Enzo Raimondi.
Questo il testo del discorso di Ugo Speziani:
«Sono tre gli obiettivi che ci siamo prefissi di raggiungere oggi, 25 aprile 2025, nell’ottantesimo anniversario dalla fine della seconda guerra mondiale.
Siamo qui per PER RICORDARE, PER RINGRAZIARE, PER SOSTENERE
Il primo obiettivo è quello di ricordare, ricordare i drammi della guerra, della dittatura fascista, della occupazione tedesca.
Per farlo vi leggerò la cronaca di un episodio che è avvenuto a Villanterio ma che ha coinvolto un nostro santangiolino. Questo il riassunto di quella vicenda così come me l’ha raccontata l’interessato.
“Non avevo ancora sette anni quando l’otto novembre 1944 due aerei americani si buttarono in picchiata su una corriera in servizio nei pressi di Villanterio sulla linea Lodi Pavia, colpendo a morte otto civili e provocando numerosi feriti.
Ero ancora scosso da quell’avvenimento quando cinque mesi dopo, all’alba del 27 aprile 1945, una colonna militare tedesca, proveniente da Cava Manara e diretta verso il Brennero, che in quel momento stava attraversando Villanterio, ci mise tutti in allarme perché gli ordini che avevano i militari erano quelli di sparare su qualunque movimento che dovessero vedere.
Mi ritrovai nel buio, a parlare sottovoce con la zia Lina, in una atmosfera di paura, sulla scala di legno che portava dal piano terreno alle camere da letto. Sentimmo avvicinarsi la colonna tedesca. Giunta all’altezza della Corte Bassa, il fragore di una sventagliata di mitra ed un lamento umano. Era stato colpito nonno Carlo. Uscire in cortile mentre la colonna era in transito significava esserne sicuro bersaglio. Le donne piangevano e sussurravano, io …. Inesistente.
Dopo qualche tempo la colonna si è fermata . Drammatico sentire il rumore degli scarponi dei soldati tedeschi che si avvicinavano alla nostra casa. Sfondarono la porta. Zia Lina, abbracciandomi sussurrò “Giani, fat el segn dla crus”.
I tedeschi, nel frattempo perquisivano ogni abitazione del cortile individuando otto uomini di cui quattro erano giovani renitenti alla leva che , dopo l’8 settembre del 1943, vivevano nascosti come gatti impauriti”.
Non mi è possibile, per motivi di tempo continuare nel racconto. Aggiungo solo il finale: Nonno Carlo morì sul posto; gli altri passarono attimi drammatici ma alla fine, per una circostanza insperata riuscirono a salvarsi. Nonno Carlo faceva di cognome Corbellini e quel mattino era sceso in cortile per accudire il suo cavallo, e quel nipotino che visse gli attimi della sua morte si chiama Gianni Bertolotti, persona che molti di voi conoscono e che è fratello di Gino Bertolotti il nostro grande concittadino per il quale è in corso una causa di beatificazione.
Il secondo compito da assolvere oggi è Ringraziare, ringraziare gli uomini e le donne che hanno avuto il coraggio di lottare per riconquistare la libertà.
E’ per questo che abbiamo voluto rendere omaggio a Don Nicola De Martino, fondatore, con altri del Comitato di Liberazione Nazionale qui a Sant’Angelo che pagò con il carcere questa sua attività partigiana.
Abbiamo onorato il ricordo di Maria Garibaldi e Luigi Semenza crudelmente e inutilmente uccisi dalla violenza fascista
Poi abbiamo reso omaggio a Umberto Biancardi che pagò la sua scelta di stampare un giornale clandestino di idee antifasciste con il sacrificio della vita nel campo di sterminio di Dacau.
E qui stiamo rendendo omaggio a due giovani santangiolini , Battista Polli e Antonio Daccò , che furono trucidati sulle colline del piacentino dove si erano recati per non servire la Repubblica di Salò al fianco dei fascisti ma per lottare contro l’occupazione tedesca.
Il terzo ed ultimo obiettivo è quello di Sostenere, sostenere la Costituzione che gli uomini della resistenza hanno scritto per evitare, a loro e a noi, di ricadere negli errori che portarono alla dittatura prima e alla guerra poi.
Costituzione quindi nata dall’antifascismo, virtù che, vorrei ricordare ancora una volta, non è né di destra né di sinistra perché chi ama e rispetta la Costituzione e che quindi è antifascista non necessariamente è un comunista come qualcuno , non conoscendo la storia, insinua. Alla lotta di Liberazione parteciparono uomini e donne di ogni tendenza politica, parteciparono uomini del nord e uomini del sud, ricchi e poveri, credenti e laici. Per partecipare alla Resistenza era semplicemente necessario essere una persona che non ama la prevaricazione, che non ama la guerra, che non ama la dittatura che non ama la violenza e che invece ama la libertà e la pari dignità e che pretende che i diritti siano goduti indistintamente da tutti e che tutti assolvano appieno i loro doveri.
In questi giorni di cordoglio unanime per la morte di Papa Francesco, che anche qui vogliamo ricordare con immensa stima e con grande riconoscenza per le parole di concordia, di pace, di amore per la natura, di comprensione dell’animo umano e di accoglienza fraterna, con cui ha contrassegnato il suo cammino di Pontefice, sono state ricordate molte sue frasi, molti suoi insegnamenti, molte sue prese di posizione.. E noi oggi vogliamo far nostro quel suo grido di pace: “la guerra è ignobile, le guerre non risolvono nulla, i conflitti armati non portano mai a niente di buono ma solo morte e distruzione” .
Sulle orme dei suoi insegnamenti difendiamo quindi, con ostinazione e con forza, quanto previsto all’articolo 11 della nostra Costituzione che recita :
“ L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Devo concludere, vi ringrazio per la presenza e per l’attenzione e vi saluto con il tradizionale:
Viva la fine della guerra e della dittatura,
viva l’Italia democratica,
e viva la nostra Costituzione».
Qui il link al video sulla manifestazione realizato da Giacomo Savarè




